Il mondo dello sport è vasto, la sfera dell’allenamento ne è un elemento imprescindibile; abbiamo cercato di estrapolarne qualche segreto al Tecnico FPI (Federazione Pugilistica Italiana) e del CONI, il genovese Gianluca Zoppi.

Per chi non ti conoscesse, chi sei e di cosa ti occupi?
“Io nasco come aspirante istruttore di quella che è la nobile arte della boxe, poi diventato tecnico sportivo, in particolare del pugilato ma anche di altri sport. Provengo dalla rinomata Celano Boxe di Genova”.
Quali sono le caratteristiche specifiche richieste per il pugilato, sulle quali impostare una preparazione fisica adeguata?
“La boxe è un’attività molto completa; richiede tonicità muscolare, fiato, resistenza, reattività, coordinazione. Non è solo contatto, dietro vi è un’attenta analisi e una precisa e personalizzata preparazione”.
Sono queste, dunque, dinamiche di allenamento idonee per professionisti anche di altre discipline sportive?
“Assolutamente sì, è un qualcosa in più che vai a dare all’atleta; capacità motorie, condizionali, coordinative mirate, sulla base di quello che il professionista ha bisogno. Il mio lavoro è volto a migliorare l’autostima, a portare beneficio fisico e mentale, ad arricchire la sicurezza nei propri mezzi”.
Sport come scuola di vita, è un concetto che rientra anche nella tua attività lavorativa?
“Certamente, lavoro anche con ragazzi disagiati che vengono dalle Case Famiglia, e il pugilato come tanti altri sport aiuta a contrastare i problemi e le difficoltà della vita”.
Dalla tua scheda Gianluca leggo alimentazione dello sportivo, di cosa si tratta?
“Un corso del CONI molto importante, perché per ogni sport, una corretta alimentazione è fondamentale associata alla specifica attività fisica di ogni professionista. Il mio è a tutti gli effetti un allenamento integrativo, che raccoglie aspetti molteplici che, studiati e focalizzati in collaborazione con l’atleta, hanno come obiettivo finale l’ottimizzazione della performance dello sportivo”.
Qual è il tuo raggio d’azione tra i professionisti?
“Nazionale e internazionale perché, ad esempio lavoro per tanti calciatori stranieri, che vengono a giocatore in Italia. Il fatto che sia conosciuto un po’ da tutti come @giantrainer su Instagram, è un veicolo straordinario di comunicazione, varca i confini e ti fa girare la voce tra gli addetti ai lavori”.
Per concludere, qual è Gianluca la soddisfazione più grande nel tuo lavoro?
“Sicuramente vedere i risultati che poi l’atleta raggiunge e sapere che un pizzico di quell’obiettivo è frutto anche del mio lavoro di preparazione, quello mi fa felice. Ricordo due anni fa, per esempio, quando feci il ritiro con il calciatore Keita Balde, geneticamente già forte, che dopo averci lavoro insieme un mese e mezzo, nei test con il Cagliari risultò tra i migliori”.

 

Andrea Della Libera